Le fughe di notizie nei regolamenti che sono state evidenziate dal CET di Arteixo

L’inizio del Campionato Spagnolo di Trial 2021 ha messo sul tavolo un dibattito approfondito sul regolamento, soprattutto per quanto riguarda le novità introdotte in questa edizione. Uno di questi, il bonus per il tempo investito nella gara, che ha completamente offuscato il risultato dell’evento galiziano.

Tutto si riduce al Regolamento. Per questo motivo, ci siamo avvalsi della collaborazione di un avvocato e appassionato di processi, Juan Ignacio Xiberta (Life Abogados) per studiare a fondo ciò che dice realmente il regolamento e, di conseguenza, rilevare eventuali incongruenze o errori nella sua interpretazione.

Analisi di Arteixo dal punto di vista della regolamentazione

Dopo la controversa gara abbiamo potuto vedere sulle reti il malcontento della maggior parte dei piloti. Raga ha detto che quello che a loro piace è la prova e che questa era un’altra cosa. Busto ha postato quanto segue: “2° nell’enduro di oggi”. La maggior parte ha convenuto che ciò non può essere ripetuto e che i regolamenti applicati dovrebbero almeno essere rivisti.

Permettetemi di spiegare la mia riflessione su quanto accaduto sulla base delle attuali normative pubblicate dalla RFME.

Prima considerazione

Curiosamente, i regolamenti non definiscono il processo. Potrebbe sembrare ovvio, ma vedremo che questa omissione sarà rilevante.

Si dà per scontato che tutti sappiano cos’è il processo, ma questa presunzione può generare molta letteratura. È un test di abilità? È una carriera di abilità + tempo? L’abilità è preferita al tempo impiegato per completarla o viceversa? Sembra ovvio, ma dobbiamo porci queste domande perché a seconda della posizione che adottiamo, potrebbe essere legittimo iscriversi a una sperimentazione senza l’intenzione di provare alcun settore e questo, sembra ovvio, non dovrebbe esserlo.

I regolamenti FIM contengono la definizione:

“Un Trial è un evento in cui l’abilità e la regolarità dei corridori sono alla base dei risultati. All’interno del percorso sono incluse delle sezioni, dove viene osservata l’abilità del cavaliere che le affronta e vengono date delle penalità. Inoltre, è previsto un limite di tempo per una parte o per l’intero corso”

Seconda considerazione

A seguito di quanto sopra, ipotizziamo che una prova sia una gara motociclistica in cui il tempo non dovrebbe essere determinante per la classifica se non in circostanze specifiche come in caso di parità o se viene superato -sia in zona che in gara-.

In altre parole, consideriamo che il tempo di gara dovrebbe essere una questione secondaria rispetto al punteggio ottenuto nelle zone.

Se diventa decisivo, diciamo che il processo è stravolto. Questo è esattamente ciò che è successo ad Arteixo.

Terza considerazione

Questo ha già le regole in mano:

Si distingue tra «percorso» (art. 052.6) e «zone» (052.7).
E’ importante notare che “per apparire nella classifica finale, la moto e il pilota devono aver fatto (…) la lunghezza totale del percorso”

L’articolo 052.7.1 stabilisce l’obbligatorietà del “corridoio di zona” per regolamentarne l’accesso. Pertanto, il corridoio di zona NON è la zona.

052.7.3 dice che la misurazione del tempo inizia quando l’asse anteriore attraversa la linea di partenza della zona. Conferma, quindi, quanto ho appena detto: il corridoio fa parte del percorso poiché non fa parte dell’area.

Quarta considerazione

Sulle penalità per falli in una zona (Art. 052.10.2):

Dalla lettura di questo articolo è chiaro che il “5” o “fiasco” è una sanzione che può essere commessa solo in un’area.

Una delle ipotesi che determina un fiasco si verifica quando “il pilota non attraversa l’area nel tempo stabilito: 1,20″ + 10” di tolleranza.

Dal momento che l’orologio inizia a ticchettare quando l’asse anteriore attraversa la porta anteriore, si scopre che se ciò non accade, non si può essere penalizzati con un fiasco.

Da parte sua, il regolamento contiene una sezione chiamata “altre sanzioni” e in essa l’atto di “omettere un’area” è punito con 10 punti.

Insomma, stando al testo letterale del regolamento, appare chiaro che la pratica abituale e consensuale di “tagliare un’area” senza entrarvi non debba essere sanzionata come fiasco ma come un’infrazione che viene sanzionata con ulteriori 10 punti.

L’articolo 52.10.5 regola l’esclusione di un pilota.

Evidenzio 2 azioni che possono portare a questa sanzione:

Il primo stabilisce che “la rotta segnalata deve essere seguita scrupolosamente (…)” e il secondo che “qualsiasi atto volontario da parte del pilota (…) che va contro l’evoluzione normativa della concorrenza

Vedrai che questo solleva un’altra possibilità:

Come abbiamo visto prima, il corridoio dell’area non è l’area stessa ed è quindi parte del percorso. Prelevare un’area senza aver percorso il corridoio (con la relativa coda) e senza essere entrati nell’area implica non aver seguito rigorosamente il percorso segnalato.

D’altra parte, non entrare volontariamente in un’area può essere perfettamente interpretato come un atto volontario che va contro lo sviluppo regolamentare della competizione che richiede, cercando di evitare tutte le aree contrassegnate, perché secondo la definizione di prova, quello è l’oggetto dello sport.

In conclusione, credo sinceramente che, regolamento alla mano, nel test Arteixo il risultato sia stato distorto dal fatto di non essere stato applicato correttamente.

In generale, tagliare un’area senza tentarla dovrebbe, a mio avviso, essere penalizzato con 10 punti o l’esclusione. Sanzionare questa pratica con un 5 penalizza i corridori che completano la gara: zone + percorso.

Prelevare un'area senza aver percorso il corridoio (con la relativa coda) e senza essere entrati nell'area implica non aver seguito rigorosamente il percorso segnalato.

Non entrare volontariamente in un'area può essere perfettamente interpretato come un atto volontario che va contro lo sviluppo regolamentare della competizione che richiede di cercare di evitare tutte le aree contrassegnate, perché secondo la definizione di prova, questo è l'oggetto dello sport.

Si può essere d'accordo o meno con questa affermazione, ma credo sia innegabile che penalizzare chi si è accodato e ha cercato di superare l'area mettendoci tutto il proprio impegno così come chi ha deciso di non provarci e di non aspettare nemmeno il proprio turno dia un risultato disomogeneo, soprattutto quando il regolamento dà così tanto risalto al tempo di gara.

Note aggiuntive

Il regolamento sportivo della RFME definisce un’infrazione (art. 110) come “un atto volontario (…)” svolte nel corso di un concorso contrario alla normativa vigente” e anche come (…) “qualsiasi azione che danneggi gli interessi della competizione, dei partecipanti o dello sport in generale”.

A titolo di aneddoto. Il regolamento SSDT utilizza il criterio del “tentativo in buona fede” per determinare se c’è un fiasco o un’altra sanzione (anni fa veniva penalizzata con 50 punti, ora sembra che con esclusione – a discrezione del giudice di zona).

Per concludere, si può essere d’accordo o meno con questa esposizione, ma Credo sia innegabile che penalizzare chi si è accodato e ha provato a superare la zona mettendoci tutto il suo impegno così come chi ha deciso di non provarci e di non aspettare nemmeno il proprio turno dia un risultato disomogeneo, soprattutto quando il regolamento dà così tanto risalto al tempo di gara.

Se il regolamento fosse stato applicato nel modo che sto spiegando, non staremmo certo parlando della controversia.

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