Anche se sembrava che l’accumulo di sciocchezze della FIM avesse raggiunto il suo apice, vediamo che c’è ancora spazio per finire di distruggere la prova ad alta competizione e trasformarla in qualcosa che ha poco a che fare con l’essenza di questo sport.
Gli ultimi commenti sono che c’è una proposta ferma sul tavolo per la scomparsa della figura del backpacker dalle aree del campionato del mondo nel 2020, che evidenzia la sicurezza dei corridori. Attualmente, con lo zaino in spalla, il rischio è alto, come è già stato dimostrato in questa
pesante caduta di Miquel Gelabert in Belgio.
Da parte mia, che da molti anni segue il Motomondiale ai piedi della zona, comprese le trasferte occasionali nelle ultime stagioni, vado a riassumere i punti che rendono il Campionato del Mondo Trial un vero disastro per i piloti, i marchi, gli organizzatori e gli appassionati.
REGOLAZIONE NON-STOP
Abbiamo già visto che ci sono diversi parametri per misurare se c’è o meno uno stop del pilota nella zona. Infatti, ci possono essere criteri diversi tra due giudici che si trovano in zone consecutive, influenzando direttamente la classifica. È chiaro che tutti i conducenti si fermano nella zona a un certo punto. Quanto è giusto?
Dovrebbe essere sufficiente per il pilota completare la zona nel minuto e mezzo stabilito. Se ti fermi, non raggiungerai la fine della zona in tempo. Se non si ferma, dipende dal pilota. Il fatto che sia “non-stop” favorisce solo la possibilità che un conducente non arrivi ben posizionato a un ostacolo e abbia un incidente.
I REGOLAMENTI NON FAVORISCONO LA PROMOZIONE DEI GIOVANI CONDUCENTI
I primi cinque classificati del TrialGP hanno più di 33 anni e Toni Bou mantiene la sua egemonia. In effetti, c’è qualcosa che non va quando nell’ultimo TrialGP belga il terzo classificato chiude con 72 punti e gli ultimi tre con più di 117 punti. Quindi, se un tifoso decidesse di gareggiare in questa categoria e “mordere” tutte le aree, non sarebbe poi così lontano dall’ultimo pilota dell’attuale motomondiale.
Inoltre, abbiamo una categoria Trial2 stracolma di piloti, ma non finiscono per salire nella categoria regina, nemmeno essere Campioni del Mondo. Vedi il caso di Matteo Grattarola.
LE MOTO DEVONO AVERE UN PESO MINIMO DI 70 CHILI
Dove si è visto che una moto di serie con cavalletto e kit luci è più leggera della moto del motomondiale? E che un pilota per fare il salto nel motomondiale debba “zavorrare” la sua moto per raggiungere il minimo? Un peso minimo ragionevole si baserebbe, ad esempio, sulla motocicletta prodotta in serie più leggera (circa 64 chilogrammi).
IN TRIAL2 LE MOTO SONO LIMITATE A 250CC (ALCUNE…)
Nel Trial2, dove Montesa ha praticamente il monopolio delle vittorie, coincide che essendo moto a 4 tempi possono avere cilindrate fino a 300cc, mentre le moto a 2 tempi possono essere solo 250cc.
Questo riduce le possibilità di un pilota con 2T, quando è dimostrato che la concorrenza Montesa non è inferiore perché è 4T, oltre ad aumentare il budget dei piloti, che corrono con 300cc nelle rispettive nazionali e devono avere altri 250cc per il campionato del mondo.
Uno dei casi più eclatanti è quello di Marc Riba, che due stagioni fa ha vinto a Sokolov e ora gareggia solo nel campionato nazionale francese.
LA COPERTURA DEL CAMPIONATO DEL MONDO È DISASTROSA
In piena era digitale, la più evoluta è l’APP per seguire la Coppa del Mondo. Oltre a questo, non ci sono interviste ai vincitori, nessun filmato decente per avvicinare lo sport ai fan, nessuna trasmissione televisiva e nessun comunicato stampa con contenuti coinvolgenti per capire come la gara sia andata oltre la lettura dei risultati.
CALENDARIO STAGIONALE CONCENTRATO IN SOLI 2 MESI
Il Campionato del Mondo 2019 inizia il 26 maggio e, sebbene l’ultima gara si concluda il 22 settembre, la penultima gara è il 21 luglio. In altre parole, l’85% della Coppa del Mondo si svolge in meno di due mesi. Questa è una Coppa del Mondo?
Se un pilota si infortuna, non importa quanto lieve, ha perso la stagione. Inoltre, un pilota d’élite che non corre l’X-Trial sarà 10 mesi senza competizioni internazionali e solo 2 con gare. Dove è stato visto?
GUARDARE LA COPPA DEL MONDO IN DIRETTA È UNA TORTURA
Se vai a una Coppa del Mondo, non vedrai una sola moto rotolare. Tutto è limitato e concretizzato in un tempo e in uno spazio ben precisi. Tanto che gli appassionati non possono seguire le gare in moto, ma non ci sono nemmeno soluzioni logiche per spostarsi tra le zone. Ricordo che a Sokolov (Repubblica Ceca) c’erano autobus per un gruppo di zone (più di 5 chilometri) che ti lasciavano quasi 30 minuti a piedi dal primo gruppo di zone. E riuscivi a malapena a vedere 15 minuti di corsa.
Tale è la restrizione che anche nelle squadre possono circolare solo il pilota e altri tre membri della squadra, compreso il Team Manager. Eventuali membri aggiuntivi devono pagare una quota.
ORGANIZZARE UNA GARA DEL CAMPIONATO DEL MONDO NON È REDDITIZIO
Visto dall’altro lato, l’organizzazione, le prospettive non migliorano. Ora è obbligatorio installare la copertura WIFI in tutte le aree, oltre al dispiegamento che una gara di queste dimensioni comporta intrinsecamente. Se a questo aggiungiamo la scarsa attrattiva per gli appassionati, che, come dicevamo, hanno difficoltà a seguire la gara (non dimentichiamo che pagano un biglietto d’ingresso), il risultato è che sta diventando sempre meno attraente organizzare un evento sportivo Trial.
Sfortunatamente, ciò che Thierry Michaud e il suo entourage stanno ottenendo è seppellire Trial di alto livello. La maggior parte dei marchi è contraria ai regolamenti attuali e se la Coppa del Mondo viene mantenuta, è per inerzia.